L’IGNORANZA

Come dice Buddha, il primo motivo della nostra sofferenza è l’ignoranza.
Nella filosofia yoga “AVIDYA”, che viene tradotto come ignoranza, significa il “non sapere”. 
Non sapere Cosa? Non sapere la verità riguardo la nostra vera natura, e scambiano  l’illusione o”Maya”, per qualcosa di reale. 
Non essere consapevoli che la condizione umana di separatezza  è una condizione di sofferenza. Credere che noi siamo idee e sensazioni fisici  nella mente, ed essere identificati ad un “io” che è separato da ciò che è diverso dal “io”, cioè un mondo esterno,  crea separazione. 
Il “Velo di Maya” ci separa dalla conoscenza della Realtà, e ci tiene incatenati alla sofferenza ed inquietudine.
L’ignoranza è accettare il mondo in cui le cose e le persone esistono  così come sembrano. Non è neanche non conoscenza, ma piuttosto un fraintendimento riguardo la loro vera natura. 
Le vie della conoscenza della verità possono essere  tante e diverse, ma tutti mirano  a sollevare questo velo dell’ignoranza, e scoprire la realtà dietro le apparenze. Il Velo di Maya confonde i nostri sensi e i nostri pensieri, e la nostra percezione distorta della mente e del corpo portano all’attaccamento, bramosia, odio ed altri fattori negative che portano azioni errati e sofferenza.  

Accettare come vero tutto ciò che ci passa per la testa, è ignoranza, ed è la base delle maggior parte dei nostri disagi.
L’ignoranza è credere che noi siamo i contenuti della mente: sensazioni, pensieri, idee, opinioni, memoria, desideri, la nostra personalità.  Ma la parte più importante di noi, esiste oltre a tutto questo, e abbraccia tutto questo. L’ignoranza si elimina con la conoscenza.

Gli esercizi di presenza e di centratura, e sopratutto la meditazione, come primo passo, stimolano l’intuizione ed la comprendere eliminando i nostri problemi alla radice.  Ci permettono di diventare testimoni, senza giudicare e senza catalogare. Osservare i pensieri, e comprendere ciò che sono realmente:  sono storie raccontate dalla mente. Non sono reali.

A noi la scelta di intraprendere la strada del “ricercatore”, per scoprire la verità e liberarci dai condizionamenti. Di prendere in  mano la nostra vita.

Comprendere noi stessi a volte può sembrare faticoso, ma siamo qui per questo.

Quando diventa uno stile di vita, può diventare come un gioco.

Possiamo essere curiosi, ed entusiasti a conoscere noi stessi, e comprendere il nostro mondo interiore.
Perché ci comportiamo in un certo modo o facciamo certe cose in certe situazioni? E a volte contro la nostra intenzione.
Perchè proviamo certe emozioni, e perchè li che valutiamo positive o negative?
Cosa significa per me, in un livello più profondo, se una persona non si comporta come me lo aspetto?

La vita ci porta continuamente a sperimentare. E se siamo “ricercatori”, prima di tutto  è utile fare delle domande. Domande che riguardino noi stessi. Il mondo, le persone e le circostanze posso essere diverse, e possono non essere come vogliamo noi. E’ ignoranza aspettare che il mondo si allinei a noi.

Tutti vorremo essere sempre felici, vivere nell’abbondanza, e stare bene. Ma la realtà ultima, l’UNO, comprende anche il dolore e il dispiacere.

Ma come potremo sapere cosa ci piace, se non proviamo cose spiacevoli?

Il contrasto è indispensabile per la nostra crescita. E se impariamo a considerarli come opportunità, come possibilità di fare chiarezza, tutte le nostre esperienze diventeranno un modo per trasformare, non solo noi stessi, ma tutto il mondo intorno a noi.

Lascia una risposta