LA MASCHERA

Osserva un bambino. Osserva quanto è libero, leggero e gioioso in ogni sua azione, mentre sta scoprendo il mondo e se stesso.

In ogni uno di noi esiste un programma, che è la base di ogni nostra azione: evitare quello che è negativo, e avvicinarci a quello che è positivo. I bambini fanno questo naturalmente, non hanno paura di esprimere le proprie emozioni, anzi. Quando un bambino è arrabbiato, vuole qualcosa, o è impaurito, lo capiamo tutti senza dubbio. E quando è felice e contento il suo sorriso riempie il nostro cuore.

Crescendo però, per essere amati, accettati, o per avere attenzione, impariamo a reprimere le nostre emozioni negative per ricevere l’amore, che per un bambino è la sopravivenza. E’ la vita stessa.

(queste emozioni poi, senza trovare espressione, rimangono nel nostro profondo, come energia bloccata)

Noi nasciamo con certi bisogni ed impressioni, che riceviamo già prima di venire al mondo.

La maggior parte dei nostri condizionamenti nascono dagli eventi che memorizziamo come negativi, o come  traumi, oltre che attraverso esperienze fatte in relazione agli altri, con l’educazione, etc.

Da come viviamo e/o interpretiamo i vari eventi si crea una memoria per guidarci nella vita, ma questa memoria, che da piccoli serviva per proteggerci, da adulti può diventare un ostacolo per la nostra crescita, e per la nostra realizzazione.

E più avanziamo con l’età, più si fa sentire il suo peso sempre con maggior evidenza.

Da piccoli, è necessario che ci siano delle regole che ci guidano a delimitare i nostri sani confini, di creare le nostre basi nel tempo, nello spazio, per prepararci ad agire nella società, nell’ambiente in cui stiamo.

Ma da adulti, scopriamo che certe regole, certi schemi mentali, certe convinzioni che hanno portato a formare il nostro carattere, ci hanno fatto allontanare da ciò che siamo creando una discrepanza. Discrepanza tra ciò che siamo, e la maschera che facciamo vedere all’esterno.

Il cammino spirituale, il cammino della nostra crescita, che è la nostra vita, parla proprio di togliere questa separazione. E’ la ricerca di chi siamo veramente, oltre la maschera con cui interagiamo con gli altri, e oltre a ciò che raccontiamo a noi stessi.

Conoscendo ed accettando i nostri lati nascosti otteniamo il coraggio di mostrarci per quello che siamo. Guadagnano sicurezza liberiamo le energia che abbiamo sprecato per mantenere la maschera.

Non è un lavoro facile, e a volte anche molto doloroso. Possiamo sentire l’esigenza di fare delle scelte che vanno contro il nostro abituale modo di vivere.

Ma è l’unico modo per vivere la nostra vita pienamente, ed esprimere le nostre potenzialità finora nascoste dalla paura.

Paura di non essere come gli altri aspettano, di non essere abbastanza, di non essere accettati e amati.

Se osserviamo tutto ciò che facciamo con attenzione, ci possiamo accorgere che, la maggior parte delle azioni che facciamo, ci serve per scappare, per distrarci e distoglierci da questa discrepanza che c’è, tra quello che facciamo apparire, e quello che sentiamo di essere nel profondo.

Abbiamo imparato che per essere visti, apprezzati, conviene non mostrare le nostre emozioni liberamente. Che è meglio distogliere subito l’attenzione da ciò che non vogliamo sentire.

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